Italia Domani o Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è il piano presentato dall’Italia per accedere ai fondi nel Next Generation EU. Il piano prevede investimenti e riforme, a cui sono allocate risorse per 191,5 miliardi di euro finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza. Italia domani destina il 27 % delle risorse alla transizione digitale e all’innovazione, il 40% alla transizione ecologica e il 40% all’inclusione sociale e al riequilibrio territoriale. Inoltre, all’interno del Piano, sono presenti tre priorità trasversali, ossia non affidate a singoli interventi, ma comuni a ognuno di essi: il contrasto alle discriminazioni di genere, l’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno.
Le missioni e le componenti di Italia Domani
Il Piano di Ripresa e Resilienza si articola in 6 Missioni, che corrispondono alle 6 grandi aree di intervento previste dal Next Generation EU, e 16 componenti.
La Missione 1 “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” sostiene la transizione digitale la modernizzazione della Pubblica amministrazione, delle infrastrutture di comunicazione e del sistema produttivo. L’obiettivo è garantire la copertura di tutto il territorio con la banda ultra-larga, migliorare la competitività delle filiere industriali, agevolare l’internazionalizzazione delle imprese. Inoltre, si investe sul rilancio del turismo e della cultura. La missione 1, con una dotazione di 40,73 miliardi, si articola in tre componenti:
- Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica amministrazione
- Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo
- Turismo e Cultura 4.0
Nell’ambito della prima componente, è di particolare interesse di Comuni e Province la riforma 1.2 che supporta la trasformazione digitale della PA locale attraverso un programma di trasferimento di base dati e applicazioni. Le amministrazioni potranno scegliere all’interno di una lista predefinita di provider certificati e aderire a «pacchetti di migrazione» al cloud e ad altri servizi digitali. Inoltre, l’investimento 2.2 prevede la creazione di una squadra di circa 1.000 professionisti in forze alle Regioni, che provvederanno a collocarne l’attività presso le amministrazioni territoriali per fornire supporto nella gestione delle procedure complesse, sostegno nel recupero dell’arretrato, assistenza tecnica ai soggetti proponenti per la presentazione dei progetti e supporto alle attività di misurazione dei tempi effettivi di conclusione delle procedure.
Nell’ambito della terza componente i comuni e le province sono interessati dall’investimento 1.2, “Piano nazionale borghi”. Si tratta di un programma di rigenerazione culturale dei piccoli centri e di rilancio turistico attraverso: interventi volti al recupero del patrimonio storico, alla riqualificazione degli spazi pubblici aperti (ad esempio eliminando le barriere architettoniche o migliorando l’arredo urbano), alla creazione di piccoli servizi culturali anche a fini turisti; la creazione e promozione di nuovi itinerari (itinerari tematici, percorsi storici) e visite guidate; sostegni finanziari per le attività culturali, creative, turistiche, commerciali, agroalimentari e artigianali, volti a rilanciare le economie locali valorizzando i prodotti, i saperi e le tecniche del territorio. Inoltre, l’investimento 2.3 contribuisce alla manutenzione, gestione e fruizione di circa 5.000 ville, parchi e giardini storici protetti e alla formazione di personale locale che possa curarli e preservarli nel tempo.
La missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” ha la finalità di realizzare la transizione verde ed ecologica dell’economia italiana, coerentemente con il Green Deal europeo. Prevede interventi per l’agricoltura sostenibile e l’economia circolare, programmi di investimento e ricerca per le fonti di energia rinnovabili, lo sviluppo della filiera dell’idrogeno e la mobilità sostenibile. Inoltre, prevede azioni volte al risparmio dei consumi di energia tramite l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato, nonché iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, la riforestazione, l’utilizzo efficiente dell’acqua e il miglioramento della qualità delle acque interne e marine. La missione 2, con una dotazione di 59,33 miliardi, si articola in quattro componenti:
- Economia circolare e agricoltura sostenibile
- Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile
- Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici
- Tutela del territorio e della risorsa idrica
Nell’ambito della componente 1, un primo gruppo di investimenti permetterà agli enti locali di migliorare la gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti. In particolare, l’investimento 1.1 e la riforma 1.3 mirano a realizzare nuovi impianti di gestione rifiuti, ad ammodernare impianti esistenti e a recuperare i ritardi sugli obiettivi previsti dalla normativa europea e nazionale. A tal proposito è prevista la velocizzazione delle procedure di autorizzazione e delle gare d’appalto, fornendo maggiori competenze tecniche e amministrative al personale di Regioni, Province e Comuni. Il MITE ed il MISE assicureranno il supporto tecnico agli Enti Locali attraverso società interne. Inoltre, il MITE svilupperà uno specifico Piano d‘azione al fine di supportare le stazioni appaltanti nell’applicazione dei Criteri ambientali minimi (CAM) fissati dalla legge per le procedure di gara. Si specifica che circa il 60% dei progetti si focalizzerà sui comuni del Centro-Sud Italia e il finanziamento ammonterà a 1,5 miliardi di euro. Inoltre, l’investimento 1.2 mira a realizzare progetti “faro” di economia circolare, stanziando 60 milioni di euro col fine di potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo. Infine, l’investimento 3.1 favorisce la nascita e la crescita di comunità locali, anche tra loro coordinate e/o associate (le Green communities), attraverso il supporto all’elaborazione, il finanziamento e la realizzazione di piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale.
In misura aggiuntiva, gli investimenti 1.2, 4.1, 4.2, 4.3, 4.4 della componente 2 permetteranno agli enti locali di realizzare progetti su energie rinnovabili e trasporto locale sostenibile. Il primo attraverso la promozione delle rinnovabili per le comunità energetiche, individuando Pubbliche Amministrazioni, famiglie e microimprese in Comuni con meno di 5.000 abitanti (2,2 milioni). Il secondo attraverso la realizzazione di circa 570 km di piste ciclabili urbane e metropolitane e circa 1.250 km di piste ciclabili turistiche (6 milioni). Il terzo attraverso la realizzazione di 240 km di rete attrezzata per le infrastrutture del trasporto rapido di massa suddivise in metro (11 km), tram (85 km), filovie (120 km), funivie (15 km) (3,6 miliardi di euro). Il quarto attraverso 13.755 punti di ricarica rapida in centri urbani, oltre a 100 stazioni di ricarica sperimentali con tecnologie per lo stoccaggio dell’energia (74 milioni di euro). Il quinto attraverso l’acquisto entro il 2026 di 3.360 bus a basse emissioni, con circa un terzo delle risorse destinate alle principali città italiane (3,64 miliardi di euro).
Infine, nella componente 4, di interesse degli enti locali sono tre gruppi di investimenti. Il primo riguarda la prevenzione del dissesto idrogeologico e la vulnerabilità del territorio. Infatti, l’investimento 2.1 destina 2,49 miliardi per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico, effettuando interventi di ripristino di strutture e infrastrutture pubbliche danneggiate, nonché 197 interventi di riduzione del rischio residuo. Al contempo, l’investimento 2.2 destina 6 miliardi per la messa in sicurezza del territorio, la sicurezza e l’adeguamento degli edifici, l’efficienza energetica e i sistemi di illuminazione pubblica dei comuni. Il secondo gruppo di investimenti riguarda invece la salvaguardia dell’aria e della biodiversità. A tal proposito, l’investimento 3.1 prevede lo sviluppo di boschi urbani e periurbani, piantando almeno 6,6 milioni di alberi per 6.600 ettari di foreste urbane. Le azioni mirano principalmente alle 14 città metropolitane, e ammontano a 33 milioni di euro. Inoltre, l’ intervento 3,4 destina 50 milioni per la bonifica di aree industriali dismesse. Infine, gli investimenti dell’ultimo gruppo, il 4.1, 4.2 e 4.4, stanziano complessivamente tre milioni per 75 interventi per la sicurezza nell’approvvigionamento idrico, per la riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua e per miglioramenti nella rete di fognatura e depurazione.
La Missione 3 “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” ha l’obiettivo di rafforzare ed estendere l’alta velocità ferroviaria nazionale e di potenziare la rete ferroviaria regionale, con una particolare attenzione al Mezzogiorno. Promuove la messa in sicurezza e il monitoraggio digitale di viadotti e ponti stradali nelle aree del territorio che presentano maggiori rischi e prevede investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee, nonché per valorizzare il ruolo dei porti del Mezzogiorno. La missione 3, con una dotazione di 25,13 miliardi, si articola in 2 componenti:
- Investimenti sulla rete ferroviaria
- Intermodalità e logistica integrata
La missione 3 non prevede un ruolo attivo da parte degli enti locali
La missione 4 “Istruzione e ricerca” pone al centro i giovani, la produttività, l’inclusione sociale e la capacità di adattamento alle sfide tecnologiche e ambientali del futuro. Con questa missione si punta a garantire le competenze e le capacità necessarie con interventi sui percorsi scolastici e universitari. Viene sostenuto il diritto allo studio e accresciuta la capacità delle famiglie di investire nell’acquisizione di competenze avanzate. Si prevede anche un rafforzamento dei sistemi di ricerca di base e applicata e nuovi strumenti per il trasferimento tecnologico. La missione 4, con una dotazione di 30,88 miliardi, si articola in due componenti:
- Potenziamento dell’offerta di servizi di istruzione: dagli asili alle Università
- Dalla ricerca all’impresa
La componente 1 della missione 4 vede gli enti locali protagonisti di un gruppo di investimenti volti a migliorare qualitativamente e ad ampliare quantitativamente i servizi di istruzione. Infatti, il piano per asili nido e scuole dell’infanzia previsto dall’investimento 1.1 (4,60 miliardi), verrà realizzato mediante il coinvolgimento diretto dei Comuni che accederanno alle procedure selettive e condurranno la fase della realizzazione e gestione delle opere. L’intervento verrà gestito dal Ministero dell’Istruzione, in collaborazione con il Dipartimento delle Politiche per la Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministro dell’interno e consentirà la creazione di circa 228.000 posti. Anche il piano di estensione del tempo pieno e mense previsto dall’ investimento 1.2 (96 milioni) gestito dal Ministero dell’Istruzione è attuato dagli Enti locali proprietari dei relativi edifici. La costruzione o la ristrutturazione degli spazi delle mense riguarderà un totale di circa 1.000 edifici entro il 2026. Stessa dinamica per i 30 miliardi dell’investimento 1.3 per il potenziamento delle infrastrutture per lo sport e per i 3,9 miliardi per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell’edilizia scolastica stanziati per l’investimento 3.3. Il primo investimento mira a costruire o adeguare strutturalmente circa 400 edifici da destinare a palestre o strutture sportive; è gestito dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Dipartimento per lo sport ed è attuato direttamente dagli enti locali proprietari dei relativi edifici. Il secondo investimento mira a ristrutturare una superficie complessiva di 2.400.000,00 mq. degli edifici scolastici, attraverso la gestione del processo di autorizzazione, monitoraggio e rendicontazione fattuale e finanziaria di tutti gli interventi da parte del Ministero dell’Istruzione e la realizzazione degli interventi e delle opere sotto la responsabilità degli Enti Locali proprietari degli edifici scolastici pubblici.
La missione 5 “Inclusione e coesione” si focalizza sulla dimensione sociale e spazia dalle politiche attive del lavoro, con particolare attenzione al potenziamento dei Centri per l’impiego e al Servizio civile universale, all’aggiornamento delle competenze, fino al sostegno all’imprenditoria femminile. Sono previste misure per rafforzare le infrastrutture sociali per le famiglie, le comunità e il terzo settore, inclusi gli interventi per la disabilità e per l’housing sociale. Sono inoltre previsti interventi speciali per la coesione territoriale, che comprendono gli investimenti per la Strategia nazionale per le aree interne e quelli per le Zone economiche speciali (ZES) e sui beni sequestrati e confiscati alla criminalità. La missione 5, con una dotazione di 19,81 miliardi, si articola in tre componenti:
- Politiche per il lavoro
- Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore
- Interventi speciali per la coesione territoriale
In questa missione, gli investimenti che interessano gli enti locali si trovano principalmente nella seconda componente. Un primo gruppo di investimenti riguarda i servizi sociali, disabilità e marginalità sociale. Tra questi, l’investimento 1.1 destina 50 milioni di euro per quattro possibili categorie di interventi da realizzare da parte dei Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), quali: (i) interventi finalizzati a sostenere le capacità genitoriali e a supportare le famiglie e i bambini in condizioni di vulnerabilità; (ii) interventi per una vita autonoma e per la deistituzionalizzazione delle persone anziane, in particolare non autosufficienti; (iii) interventi per rafforzare i servizi sociali a domicilio per garantire la dimissione anticipata e prevenire il ricovero in ospedale; (iv) interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali. Il progetto sarà coordinato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che pubblicherà un avviso non competitivo dedicato ai comuni singoli o in associazione. Inoltre, l’investimento 1.2 prevede la spesa di 50 milioni di euro per interventi centrati sull’aumento dei servizi di assistenza domiciliare e sul supporto delle persone con disabilità per consentire loro di raggiungere una maggiore qualità della vita rinnovando gli spazi domestici in base alle loro esigenze specifiche. Il progetto sarà realizzato dai Comuni, singoli o in associazione (Ambiti sociali territoriali), coordinati dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e in collaborazione con le Regioni. Infine, l’investimento 1.3 stanzia 45 milioni di euro per due categorie di interventi: (i) Housing temporaneo, in cui i Comuni, singoli o in associazione, metteranno a disposizione appartamenti per singoli, piccoli gruppi o famiglie fino a 24 mesi e attiveranno progetti personalizzati per singola persona/famiglia al fine di attuare programmi di sviluppo della crescita personale e aiutarli a raggiungere un maggiore grado di autonomia; (ii) Stazioni di posta, ovvero centri che offriranno, oltre a un’accoglienza notturna limitata, ulteriori servizi quali servizi sanitari, ristorazione, orientamento al lavoro, distribuzione di beni alimentarli
Un secondo gruppo di investimenti riguarda la rigenerazione urbana e l’housing sociale. L’investimento 2.1 è finalizzato a fornire ai Comuni (con popolazione superiore ai 15.000 abitanti) contributi per investimenti nella rigenerazione urbana, al fine di ridurre le situazioni di emarginazione e degrado sociale nonché di migliorare la qualità del decoro urbano oltre che del contesto sociale e ambientale. Sono stanziati 3,3 miliardi di euro. Invece I Piani Urbani Integrati previsti dall’investimento 2.2 sono dedicato alle periferie delle Città Metropolitane con un budget di 2,45 miliardi. I Piani prevedono una pianificazione urbanistica partecipata, con l’obiettivo di trasformare territori vulnerabili in città smart e sostenibili, limitando il consumo di suolo edificabile. Nelle aree metropolitane si potranno realizzare sinergie di pianificazione tra il Comune “principale” ed i Comuni limitrofi più piccoli con l’obiettivo di ricucire tessuto urbano ed extra-urbano, colmando deficit infrastrutturali e di mobilità. Infine, l’investimento 2.3 si propone con 2,8 miliardi di (i) riqualificare e aumentare l’housing sociale (ii) intervenire sull’edilizia residenziale pubblica ad alto impatto strategico sul territorio nazionale. Anche l’investimento 3.1 con un budget di 70 milioni è finalizzato a favorire il recupero delle aree urbane puntando sugli impianti sportivi e la realizzazione di parchi urbani attrezzati, al fine di favorire l’inclusione e l’integrazione sociale, soprattutto nelle zone più degradate e con particolare attenzione alle persone svantaggiate.
Infine, gli enti locali giocheranno un ruolo di primo piano nell’ambito della terza componente della missione 5, in particolare per alcuni interventi speciali per la coesione territoriale. Si tratta degli 83 milioni dell’investimento 1.1 sul potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità. L’attuazione prevede l’incremento dei fondi sotto forma di trasferimenti destinati alle autorità locali per la realizzazione d’infrastrutture sociali che possano servire ad incrementare l’erogazione di servizi sul territorio. Ci sono poi i 3 milioni dell’investimento 1.2 che prevede la riqualificazione e valorizzazione di almeno 200 beni confiscati alla criminalità organizzata per il potenziamento del social housing, la rigenerazione urbana e il rafforzamento dei servizi pubblici di prossimità, il potenziamento dei servizi socioculturali a favore delle giovani e l’aumento delle opportunità di lavoro. Ed infine l’investimento 1.4 che mira ad assicurare un adeguato sviluppo dei collegamenti delle aree ZES con la rete nazionale dei trasporti, ed in particolare con le reti Trans Europee (TEN-T).
La missione 6 «Salute» si focalizza sul rafforzamento della rete territoriale e sull’ammodernamento delle dotazioni tecnologiche del Servizio sanitario nazionale con il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico e lo sviluppo della telemedicina. Inoltre, si sostengono le competenze tecniche, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario, oltre a promuovere la ricerca scientifica in ambito biomedico e sanitario. La missione, con una dotazione di 15,63 miliardi, si articola in due componenti:
- Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale
- Innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale
In questa missione gli enti locali saranno centrali nell’investimento 1 relativo alle Case della Comunità e presa in carico della persona (2,00 miliardi). La Casa della Comunità sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali.