La riforma dell’assistenza territoriale, contenuta nella Missione 6 Componente 1 del PNRR, ha
l’obiettivo di definire un nuovo modello organizzativo per la rete di assistenza primaria, atta
all’individuazione degli standard strutturali, tecnologici e organizzativi uniformi su tutto il territorio
nazionale, e di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e
climatico.
Le tappe:
Luglio 2021: primo documento tecnico di sintesi recante i Modelli e Standard per l’assistenza
territoriale, predisposto dal sottogruppo “assistenza territoriale” coordinato da Agenas stato
sottoposto alla valutazione della Cabina di Regia per il Patto per la Salute 2019 – 2021. La Cabina
di Regia per il Patto per la salute lo ha approvato nella seduta del 30 luglio u.s., a seguito del
perfezionamento apportato con il contributo dell’ISS.
Novembre 2021: AGENAS ha trasmesso al Ministero della Salute uno schema preliminare del
Documento Tecnico di sintesi con delle modifiche proposte dalla stessa Agenzia al fine di
rendere la Riforma il più possibile aderente e funzionale a quanto previsto nell’ambito della M6C1
del PNRR.
Dicembre 2021: 16° Forum Risk Management in Sanità (30 novembre- 3 dicembre 2021) in cui
Domenico Mantoan, il Direttore Generale AGENAS, ha anticipato i contenuto del “DM 71: Modelli
e standard per lo sviluppo dell’assistenza nel territorio” ed è stata pubblicata da AGENAS a
questo link.
14 Febbraio 2022: Il Ministro della Salute Speranza in audizione in Commissione Affari sociali
della Camera sull’attuazione del Pnrr annuncia che a breve sarà trasmesso alle Regioni il testo
del Dm 71 sulla riforma della sanità territoriale da emanare entro il 30 giugno.
Il Ministro ha affermato che il centro della riforma sulla sanità territoriale saranno le 1.350 Case
della Comunità previste, accompagnate da 400 ospedali di comunità, 280 interventi digitali, 300
interventi di sostenibilità ospedaliera, oltre 4 miliardi per il parco tecnologico, 50 mln per
l’intelligenza artificiale e 520 milioni per la ricerca biomedicale. L’obiettivo sarà quello di stabile una
stretta correlazione tra medici di famiglia, le case di comunità e il distretto, secondo una logica in
base alla quale i medici di famiglia saranno gli “spoke” delle case della comunità “hub”.
25 Febbraio 2022: È stata inviata alle regioni la prima bozza del DM 71 nel quale vengono definiti
gli standard in termini di assistenza sanitaria territoriale che dovranno essere rispettati in ogni
regione. Agenas effettuerà il monitoraggio attraverso una relazione semestrale.
Come riportato da Quotidiano Sanità, Il perno del sistema sarà il Distretto sanitario al cui interno
rivestirà un ruolo fondamentale la Casa della Comunità dove i cittadini potranno trovare
assistenza h24 ogni giorno della settimana. Rimangono in piedi gli studi dei medici di famiglia
(definiti spoke delle Case della Comunità) che saranno collegati in rete per garantire aperture h12
sei giorni su sette (il documento non scioglie il nodo sull’inquadramento giuridico dei medici di
medicina generale dove è ancora in atto un confronto tra Governo e Regioni). All’interno del
Distretto vi saranno poi gli Ospedali di Comunità con un forte assistenza infermieristica e saranno
decisivi ad esempio per la presa in carico dei pazienti nelle fasi post ricovero ospedaliero o in tutti
quei casi dove c’è bisogno di una particolare assistenza vicino al domicilio del paziente. Nel nuovo
sistema un forte ruolo rivestiranno gli infermieri di famiglia che saranno impiegati in molte delle
nuove strutture definite dal decreto.
A coordinare i vari servizi presenti nel Distretto vi saranno poi le Centrali operative territoriali e
forte impulso verrà dato al numero di assistenza territoriale europeo 116117 che i cittadini potranno
chiamare per richiedere tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità
assistenziale. Vengono poi fissati gli standard per l’assistenza domiciliare e viene definito
l’utilizzo dei servizi di Telemedicina.
Restano poi in piedi dopo la sperimentazione in pandemia le Unica di continuità assistenziale.
Vengono poi fissati gli standard per i servizi delle cure palliative (ad esempio gli hospice), per i
dipartimenti di prevenzione e consultori familiari. Nel nuovo sistema di cure primarie ruolo rilevante
avranno anche le farmacie che sono identificate a tutti gli effetti come presidi sanitari di prossimità
dove il cittadino potrà trovare sempre più servizi aggiuntivi.
Per realizzare l’ambizioso piano di medicina territoriale si utilizzeranno i 7 miliardi di euro previsti
dalla Missione 6 Componente 1 del PNRR (parte dei quali è stato già ripartito con il Decreto
del Ministero della Salute del 20 gennaio 2022) e 625 milioni riservati al sud, del PON Salute
in arrivo dalla Commissione Ue all’interno della Programmazione FESR 2021-2027. Quest’ultimi
fondi sono destinati alle sette regioni che si trovano una situazione maggiore difficoltà
organizzativa e che quindi non riescono ad assicurare la piena erogazione delle prestazioni