Il Ministero della Salute ha inviato alle Regioni i nuovi standard per l’assistenza sanitaria sul territorio
(Missione 6, Componente 1, Riforma 1) contenuti nella bozza di decreto ministeriale, soprannominato dagli
addetti ai lavori come “DM71”, intendendo con tale sigla l’omologo per l’assistenza territoriale del DM 70
del 2015 sugli standard ospedalieri. Il decreto ministeriale, che ora dovrà essere approvato in Conferenza
Stato-Regioni, rappresenta nella sostanza la riforma degli attuali assetti delle cure primarie e ha il compito
decisivo di indirizzare come spendere i 7 miliardi della Missione 6, Componente 1 del PNRR.
Come riportato da Quotidiano Sanità, per la prima volta vengono definiti degli standard che dovranno
essere rispettati in ogni regione, con il monitoraggio semestrale da parte di Agenas. Il perno del sistema
sarà il Distretto sanitario al cui interno rivestirà un ruolo fondamentale la Casa della Comunità dove i
cittadini potranno trovare assistenza h24 ogni giorno della settimana. Rimangono in piedi gli studi dei
medici di famiglia (definiti spoke delle Case della Comunità) che saranno collegati in rete per garantire
aperture h12 sei giorni su sette. All’interno del Distretto vi saranno poi gli Ospedali di Comunità con un
forte assistenza infermieristica e saranno decisivi ad esempio per la presa in carico dei pazienti nelle fasi
post ricovero ospedaliero o in tutti quei casi dove c’è bisogno di una particolare assistenza vicino al
domicilio del paziente. A coordinare i vari servizi presenti nel Distretto vi saranno poi le Centrali operative
territoriali e forte impulso verrà dato al numero di assistenza territoriale europeo 116117 che i cittadini
potranno chiamare per richiedere tutte le prestazioni sanitarie e sociosanitarie a bassa intensità
assistenziale. Vengono poi fissati gli standard per l’assistenza domiciliare e viene definito l’utilizzo dei
servizi di Telemedicina. Restano poi in piedi dopo la sperimentazione in pandemia le Unica di continuità
assistenziale. Vengono poi fissati gli standard per i servizi delle cure palliative (ad esempio gli hospice), per i
dipartimenti di prevenzione e consultori familiari. Nel nuovo sistema di cure primarie ruolo rilevante
avranno anche le farmacie che sono identificate a tutti gli effetti come presidi sanitari di prossimità.